sabato 16 febbraio 2019

UNA DONNADI OGGI: Artemisia Gentileschi

Artemisia Gentileschi nasce a Roma l'8 luglio 1593 da Orazio e Prudenzia di Ottaviano Montoni.
Suo padre è un ottimo pittore e, nel 1605, dopo che Artemisia perde sua madre, la ragazza si dedica completamente alla pittura. Prima della morte della moglie di Orazio, Artemisia aiutava il padre a gestire il suo studio; ma è quando Prudenzia muore che Artemisia inizia a dipingere, sotto l'attenta guida del padre.

Tutti noi conosciamo Artemisia per i suoi meravigliosi quadri, ma pochi la conoscono anche per le sue vicende personali.

La vita della pittrice ha una svolta quando, raggiunta una certà età, suo padre desidera che ella si sposi. Sceglie per lei un amico di famiglia dall'ottima reputazione e con valide connessioni all'interno della società di Roma.
Si tratta di Agostino Tassi: amico e collaboratore del padre.
Tassi era un uomo dal passato burrascoso ma questo di certo non ferma Orazio. 
In un primo momento Tassi cerca di avvicinarsi ad Artemisia ma questi approcci non otterranno mai il risultato voluto. Quindi un giorno l'uomo, con la complicità della badante di Artemisia e di un suo amico e l'assenza di Orazio, la stupra.
Questo evento segna profondandamente la carriera e la vita dell'artista.
Con la promessa di 'matrimonio riparatore', Tassi approfitta più e più volte di Artemisia, anche quando il padre era a conoscienza di tutto (quest'ultimo rimane zitto per non rovinare il buon nome della famiglia e il rapporto con Tassi).
Purtroppo, padre e figlia realizzano ben presto che l'uomo è già sposato, quindi non ci sarà mai nessun matrimonio. A questo punto, il padre di Artemisia decide di denunciarlo e il processo ha inizio.
Dopo torture fisiche e psicologiche fatte ad Artemisia per accertare che ella sia stata davvero 'sverginata', il processo ha fine: Tassi è colpevole. La sua pena è quella di andare in prigione per cinque anni o l'esilio perenne da Roma. Sceglie l'ultima opzione ma ovviamente, visto le influenze esercitate, non sconterà mai la pena. Sarà Artemisia, in un secondo momento, a trasferirsi a Firenze dove riuscirà a rifarsi una vita.

Ogni volta che ripenso a questa storia, penso alle sofferenze di una donna appartenente ad una società fortemente misogena ma che riesce, nonostante tutto, a denunciare e ad andare avanti con testa alta e forza d'animo. 

A mio parere, Artemisia non è solo una talentuosa puttrice, ma è prima di tutto una donna grandiosa.

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