giovedì 24 agosto 2017

RECENSIONE HARRY STYLES

L'album ononimo di Harry Styles, ex componente della band anglossassone dal successo planetario, è stato pubblicato il 17 maggio del 2017. Il singolo che aveva annunciato l'uscita dell'album è "sign of times", canzone che ha ottenuto un buon successo ma che, a parer mio, non mostra al pieno tutte le qualità che l'album contiene. È stupefacente, infatti, come Harry Styles abbia unito tanti stili diversi in un unico cd formato da solo 10 canzoni. Ci sono influenze rock, il suono della chitarra prevale su tutto l'album, ma non mancano dei suoni particolari, melodie che solo l'unione di più strumenti avrebbe potuto creare.
Questo è un prodotto che non può essere definito semplicemente "pop" ma sembra che "Harry Styles" sia l'unico aggettivo che gli si addice. Non ho mai ascoltato un album così variegato e allo stesso tempo unico nel suo genere. Le canzoni sono diverse l'una dall'altra (basta pensare all'abisso che separa la ballata "sweet creature" e la frenetica "carolina"); i testi e le melodie, anche dopo un primo ascolto (che di solito non basta mai per ricordare ed apprezzare o criticare un prodotto musicale), rimangono impresse. Nonostante ci sia qualcosa che unisce ogni canzone all'altra, queste sono dei prodotti a sé stanti che raccontano una loro storia.
A differenza degli altri suoi compagni, Harry Styles è riuscito a realizzare un album unico nel suo genere e per niente banale, come invece si aspetterebbe da un ex componente di una pop band.
Approvato.

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