giovedì 17 agosto 2017

People

Oggi sono stata spettatrice di una scena che mi ha assai emozionata: un bimbo di poco più di due anni con suo padre in piscina.
Cosa c'è di emozionante, vi chiederete.. il bimbo aveva un colore della pelle scurissima ed il padre era l'opposto. 
Non c'erano barriere, pregiudizi o sguardi di disapprovazione. C'era solo un padre che cullava suo figlio nell'acqua.
A volte ci dimentichiamo di essere tutti delle persone, siamo tutti degli esseri umani indipendentemente dal colore della pelle, ideologia politica, paese d'origine, religione o altro ancora. Siamo questo, siamo persone e non dovremmo farci guerra per delle differenze.
E invece siamo solo capaci di condividere odio, paura e disprezzo verso chi consideriamo diverso e, qualche modo, "minore" rispetto alla nostra persona, alle nostre idee e usi e costumi.
Cosa rimarrà di ognuno di noi un giorno? Saremo polvere ed è un destino che abbiamo in comune e, se è vero che ciò che conta è il viaggio e non la meta, perché allora non cerchiamo di vivere il nostro viaggio condividendo, amando e aiutandoci l'un l'altro?
Mi chiedo se non siamo tutti umani, lo siamo? Se lo fossimo, non lasceremmo delle persone come noi a soffrire, a morire perché spaventati da un fattore futile ed irrelevante come il colore della pelle.
Vorrei che la scena di quel bambino con il padre possa essere la dimostrazione di un'umanità ancora unita e non devastata e divisa da differenze che, in primo luogo, dovrebbero unirci.

Voglio che quel bimbo e suo papà non fossero un'eccezione alla regola: devono essere la regola, la normalità, la quotidianità.

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